Una riflessione sulla creazione del mio “Pinocchio” per la mostra collettiva aperta ieri, a Collodi – Parco Di Pinocchio – curata Da Filippo Lotti, promossa da Compagnia di Ventura e patrocinata dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi. (in copertina “Geppetto rifà i piedi a Pinocchio” olio su tela, cm 40×40)
Premessa
Nel corso della storia dell’arte, i personaggi letterari sono sempre stati reinterpretati dagli artisti secondo la cultura, lo stile e il contesto storico della loro epoca. Nessun personaggio viene rappresentato esattamente come l’autore lo aveva immaginato; piuttosto, diventa il prodotto dell’immaginazione e delle prospettive dell’artista. Pinocchio è un esempio emblematico di questa evoluzione, un personaggio che ha attraversato il secolo scorso subendo trasformazioni significative e adattandosi ai cambiamenti artistici e culturali.
Le Reinterpretazioni di Pinocchio
Tanti e diversi artisti hanno rivisitato Pinocchio durante il secolo scorso, ognuno aggiungendo il proprio stile e visione al personaggio. Per esempio Enrico Mazzanti, Carlo Chiostri, Attilio Mussino interpretarono un personaggio molto legato alla cultura italiana, infondendo nel burattino un forte senso di appartenenza alle tradizioni popolari. Successivamente, negli anni ’50, Leonardo Mattioli (mio indimenticabile maestro) ha stilizzato il personaggio, semplificando le forme e adattandolo a un’estetica più moderna e futuristica, ma senza mai delinearne il volto. Roberto Innocenti, Premio Andersen per l’illustrazione editoriale, in epoche più recenti realizzò un capolavoro di realismo dal taglio cinematografico e perfino un animatore e produttore, Giuliano Cenci, che è giusto ricordare per il suo cartoon “indie” realizzato nella Firenze degli anni ’60, ha accentuato gli aspetti più onirici e surreali della storia trasportando ii nostro burattino di legno in un mondo di sogni e magia, seppur distanti dal mondo disneyano.
Il Mio Pinocchio Tecnologico: Un Ritorno all’Arte del Futuro
La mia versione di Pinocchio si inserisce in questa tradizione di continua reinterpretazione, ma con un’ottica contemporanea e futuristica. Pinocchio non è più solo un burattino di legno, ma una figura tecnologica, forse animata da un’intelligenza artificiale. Geppetto, nella mia visione, non è più solo un falegname tradizionale, ma un ex modellista 3D, qualcuno che ha vissuto il passaggio dall’artigianato analogico al design digitale, e che ha costruito Pinocchio utilizzando gli strumenti del nostro presente, o forse anche di un prossimo futuro. Questo Pinocchio non aspira a diventare un bambino vero come nell’originale, ma cerca di superare i limiti imposti dalla sua natura programmata, esplorando il concetto di identità nell’era digitale.
Influenzato da Concept Art, Fantasy e Fantascienza
Il mio lavoro su Pinocchio è fortemente influenzato dalla concept art e dalla fantascienza. Questi generi mi permettono di esplorare temi come la trasformazione tecnologica, l’interazione tra uomo e macchina, e la ricerca di autonomia in un mondo sempre più digitalizzato. La fusione tra il Pinocchio tradizionale e la mia visione tecnologica pone una serie di domande sul rapporto tra creatore e creatura, umanità e intelligenza artificiale, riflettendo la rapida evoluzione del nostro mondo contemporaneo.
Un Pinocchio per l’Era Digitale
Ogni epoca ha reinterpretato Pinocchio a suo modo, e il mio Pinocchio tecnologico rappresenta la nostra. Non è più un semplice burattino, ma un simbolo della sfida tra realtà e artificio, tra identità umana e meccanica. Come diceva Collodi: “I ragazzi d’oggi sono più scaltri di quelli d’una volta”, e anche Pinocchio continua ad adattarsi e trasformarsi, riflettendo le complessità della nostra era digitale. La mostra è visitabile fino al 10 novembre 2024 – Orario: tutti i giorni h.10-17,30 fino al 3 novembre; dal 4 novembre solo sabato e domenica h.10-17
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